Il Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo

Il palazzo che ospita la sede dell’Accademia fu proprietà del conte Giuseppe Corbetta Bellini di Lessolo (1826-1885) che ne curò personalmente la decorazione interna. Egli sposò Eleonora dei Conti Massel di Caresan, dalla quale non ebbe discendenza, sorella di Teresa che sposò il Conte Luigi Cacherano di Bricherasio e fu madre di Emanuele e di Sofia, che rimase l’unica erede della zia Eleonora. La Contessa Sofia (1867-1950) intraprese varie iniziative in campo agrario e nel 1945 donò il palazzo all’Istituto Salesiano per le Missioni, che ne vendette dapprima una una parte alla Federazione italiana dei Consorzi Agrari e poi nel 1951 la rimanente porzione, già data in locazione all’Accademia per il periodo 1939-1965, all’Accademia di Agricoltura di Torino.

Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo

ingresso

L’Ingresso etrusco

Il piano in cui è ospitata l’Accademia conserva perfettamente la planimetria e la decorazione dell’epoca.
L’ingresso immette in un corridoio la cui volta è decorata in stile pompeiano bianco, nero e oro.
La decorazione della volta ricorda, specie nei fregi, lo studio etrusco del castello di Racconigi, buen retiro di S.M. Carlo Alberto di Savoia, Re di Sardegna (1798-1849).

L’Anticamera

L’anticamera raccoglie materiali della collezione Garnier -Valletti e richiama idealmente alcuni dei personaggi più importanti che hanno fatto parte dell’Accademia. Tra le litografie dei Re d’Italia è da notare il ritratto di Carlo Alberto Re di Sardegna che nel 1847 dette all’Accademia il nome di Reale Accademia di Agricoltura.
Un busto di Camillo Benso nobile dei Conti di Cavour, primo ministro di S.M. Vittorio Emanuele II, agricoltore insigne e membro dell’Accademia accoglie il visitatore dalla mensola del camino.

anticamera accademia

salone accademia

salone accademia di agricoltura

Il Salone delle Adunanze

Dall’anticamera si passa al Salone delle Adunanze. Il salone è di pregevole fattura: il pavimento in legno a intarsio è opera della manifattura del Cavalier Gabriele Capello, sopranominato il Moncalvo, autore di lavori anche nel Palazzo Reale di Torino. La volta è ornata di dipinti in stile romantico (1883), opera di Luigi e Rodolfo Morgari.
Un grande ritratto di S.M.Vittorio Amedeo III Re di Sardegna (1725-1796) è posto alle spalle dei seggi del Presidente, del Vice Presidente e del Segretario dell’Accademia. Il posto d’onore del salone ricorda che Vittorio Amedeo III fondò con rescritto del 1785 l’Accademia come Società Agraria cui nel 1788 concedette il titolo di Reale.
I membri dell’Accademia sono per Statuto limitati a 50 Ordinari e 100 Corrispondenti scelti per cooptazione tra italiani e stranieri che si siano distinti nei vari campi afferenti alle produzioni, all’economia e alle tecnologie e scienze agrarie come imprenditori, professori e ricercatori, alti funzionari e che abbiano attivamente operato per lo sviluppo delle conoscenze e delle applicazioni del settore.
Dalle adunanze e dall’attività pubblicistica degli Accademici e/o di relatori invitati prendono alimento le pubblicazioni accademiche, gli Annali dell’Accademia di Agricoltura e il Calendario Georgico, pubblicato grazie al contributo della Società La Piemontese Assicurazioni.

La Biblioteca

Dal salone delle adunanze si passa alla Biblioteca, organizzata su tre sale principali e su vari servizi.
La volta della sala è ornata di stucchi con fregi enoici e di dipinti arcadici ed è circondata da librerie d’epoca. La prima sala della Biblioteca accoglie una volta al mese la riunione del Consiglio Direttivo.
La seconda sala della Biblioteca, con pavimento in graniglia genovese e volta affrescata con scene di genere, immette nell’area per i servizi di copiatura e in quella per la catalogazione in Erasmo e per il mantenimento e allestimento dei cataloghi cartacei oltre che negli archivi iconografici riordinati e incrementati dal Presidente Oreste Mattirolo.

 accademia

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