Contesto
Nel 2014 è stata segnalata per la prima volta nell’Europa continentale la presenza di un insetto alloctono, lo scarabeo giapponese Popillia japonica considerato tra i più nocivi per molte colture agrarie, piante ornamentali e tappeti erbosi. Questo insetto si sta rapidamente diffondendo in diverse aree temperate grazie a fattori favorevoli come clima adatto, ampia disponibilità di piante ospiti e assenza di predatori naturali. Il ciclo biologico include una fase larvale sotterranea che danneggia le radici, seguita da una fase adulta che provoca gravi defogliazioni su molte specie vegetali. Con una fecondità che può superare le 60 uova per femmina e una mobilità che consente agli adulti spostamenti giornalieri di interi territori fino a 12 km, la popillia rappresenta una seria minaccia per la vegetazione, grazie alla sua straordinaria capacità di colonizzare rapidamente nuove aree. Attualmente la sua presenza è concentrata nell’Italia nord-occidentale e nel Canton Ticino.
L’Accademia di Agricoltura di Torino sta dando il suo contributo alla presa di coscienza collettiva sulla pericolosità dell’infestazione per il territorio. Nel 2024 ha avviato il progetto europeo Erasmus+ piccola scala «SOS Popillia» nel settore dell’istruzione scolastica come parte del suo impegno divulgativo.
In quest’ambito, ha organizzato due eventi formativi sul campo, finalizzati a rafforzare le conoscenze pratiche dei partecipanti – docenti di materie agrarie, qualche loro studente e alcuni stakeholder di scuole esterne al partenariato – nelle attività di monitoraggio e contenimento della popillia. Le due iniziative, strutturate come Summer School e Spring School, hanno consentito di osservare direttamente le diverse fasi del ciclo biologico dell’insetto e di analizzarne gli effetti sul territorio. La Summer School, svoltasi nel mese di luglio 2024, è stata programmata nel periodo di massima diffusione degli adulti del coleottero. I partecipanti hanno potuto osservare sul campo gli effetti dell’infestazione su diverse colture – in particolare alberi, vite, piccoli frutti e ortaggi – approfondendo il comportamento della popillia, le dinamiche di danno e le strategie di contenimento. Il contatto diretto con l’insetto e l’evidenza concreta dei danni hanno reso l’esperienza altamente formativa, rafforzando consapevolezza e competenze operative dei presenti.
La Spring School, organizzata dall’Accademia dal 6 all’8 maggio, ha invece focalizzato l’attenzione sulla fase larvale della popillia, particolarmente dannosa per prati, aree verdi, impianti sportivi e suolo pubblico. In questa fase, le larve possono raggiungere densità elevate (anche centinaia per metro quadrato), causando danni diretti alle radici delle piante e indiretti a causa dell’azione di predatori naturali, come uccelli e cinghiali, che rivoltano il terreno alla ricerca di cibo. L’iniziativa ha permesso ai partecipanti di approfondire le strategie di prevenzione e intervento in questa fase meno visibile ma altrettanto critica del ciclo dell’insetto.
Entrambi gli eventi hanno combinato momenti teorici e attività pratiche, favorendo un apprendimento esperienziale che ha contribuito ad accrescere le competenze tecniche dei partecipanti e a stimolare una maggiore responsabilizzazione nella gestione dell’infestazione.
Strategie agronomiche e tecnologie sperimentali contro la popillia
La prima giornata della Spring School si è svolta presso la sede dell’Accademia, con una sessione teorica introduttiva tenuta dall’accademico Prof. Alma.
L’intervento ha offerto una panoramica aggiornata sugli sviluppi scientifici dell’ultimo anno, con particolare attenzione agli approcci agronomici sperimentati nel contenimento di Popillia japonica. Le ricerche più recenti suggeriscono che posticipare leggermente la potatura di alcune specie agricole permette di concentrare la presenza del coleottero, rendendo più efficace l’uso mirato dei trattamenti fitosanitari autorizzati, nel rispetto delle stringenti normative europee.
Ulteriori progressi sono stati condivisi sul fronte della lotta integrata, in particolare sull’opportunità di pianificare interventi che agiscano contemporaneamente su più patogeni, ottimizzando le tempistiche e riducendo il numero di trattamenti. Si è sottolineata l’importanza di coordinare queste azioni con quelle già previste contro altri fitofagi, così da migliorarne l’efficacia complessiva e ridurre l’impatto sulle colture.
Si è anche richiamata l’attenzione sui rischi legati all’uso non controllato di trappole da parte di privati, che può compromettere il monitoraggio ufficiale. Le strategie di contenimento attualmente disponibili includono trappole “attract and kill”, insetticidi selettivi e prodotti a basso impatto ambientale, ma il controllo dell’infestazione resta complesso e ancora in fase di sperimentazione. Le trappole con feromoni restano uno strumento fondamentale per il monitoraggio, anche se l’efficacia si riduce in caso di infestazioni gravi.
Un approfondimento è stato infine dedicato alle tecnologie di trappolaggio. Sono stati presentati alcuni prototipi di trappole sperimentali, dotati di superfici trattate con insetticida: dispositivi che, attivati da feromoni, colpiscono l’insetto al momento del contatto. Sebbene promettenti, queste soluzioni sono ancora in fase di test e non ancora disponibili sul mercato.
Monitoraggio larvale e innovazione tecnologica
La seconda giornata della Spring School SOS Popillia si è svolta sul campo in provincia di Novara, dove i partecipanti hanno potuto osservare larve attive di Popillia japonica in contesti agricoli reali, sotto la guida degli accademici Dr. Bosio e Dr. Cugnetto.
L’attività si è concentrata sull’identificazione morfologica delle larve, distinguibili grazie alla caratteristica disposizione a “V” rovesciata delle setole addominali, e sull’importanza di riconoscere con precisione la specie target per evitare trattamenti non selettivi. Solo interventi mirati permettono infatti di ridurre al minimo gli impatti collaterali sull’ecosistema agricolo. La “capacità diagnostica” è cruciale per l’efficacia delle strategie di contenimento, poiché molti trattamenti rischiano di colpire anche le larve di insetti utili.
Le aziende visitate, specializzate rispettivamente in piccoli frutti e viticoltura, hanno condiviso strategie agronomiche innovative: l’uso di reti protettive e ispezioni post-raccolta per evitare la diffusione accidentale dell’insetto, e il ritardo della potatura dei tralci alti, usati come “zona tampone” per proteggere le parti più sensibili della vite.
In chiusura, il Dr. Cugnetto ha presentato due progetti sperimentali per il monitoraggio automatizzato: uno basato su droni con sensori NIR (Near InfraRed) per rilevare e trattare in tempo reale le infestazioni, e uno su stazioni a terra capaci di attivare mezzi geoguidati. Entrambe le tecnologie, attualmente in fase di test, puntano a offrire soluzioni intelligenti e sostenibili per il contenimento della popillia.
Conoscenze a confronto e buone pratiche urbane
La terza giornata formativa, nuovamente in aula, ha aperto uno spazio di confronto tra esperienze italiane e francesi. Il Dr. Lacourt del “Lycée Agricole Costa de Beauregard” della Fondation du Bocage ha presentato spunti di ricerca per il contenimento della Popillia japonica, che spaziano da interventi agronomici e l’uso di antagonisti naturali a innovazioni tecnologiche, evidenziando il valore della cooperazione transfrontaliera promossa dal progetto Erasmus+. Questo scambio ha infatti dimostrato l’importanza di un progetto Erasmus+ come piattaforma di cooperazione transfrontaliera, in quanto ha permesso un confronto tra approcci diversi e una circolazione di conoscenze in grado di arricchire reciprocamente le esperienze italiane e francesi. L’integrazione di punti di vista complementari rappresenta un’opportunità concreta per affinare soluzioni più efficaci, condivise e sostenibili nel medio-lungo periodo nella gestione dell’emergenza fitosanitaria.
A seguire, l’accademico Dr. Delloste ha illustrato il modello di gestione del verde pubblico della Città di Torino, con un focus specifico sull’approccio adottato per il contenimento della Popillia japonica e sottolineando le difficoltà operative legate al crescente divario tra ricerca teorica e gestione quotidiana. La sperimentazione tende infatti a privilegiare approcci astratti, quantitativi e altamente specializzati, trascurando fattibilità tecnica, sostenibilità economica e visione a lungo termine degli interventi. In questo contesto, gli operatori si trovano spesso a dover agire con risorse limitate o insufficienti, costretti a posticipare gli interventi ordinari e ad adottare strategie emergenziali, con conseguenze negative sulla salute e sulla qualità del patrimonio verde. Con oltre 21 milioni di mq di aree verdi e 150.000 alberi urbani (dati 2023), Torino affronta sfide complesse che richiedono una pianificazione sostenibile e lungimirante, in grado di rispondere ai cambiamenti climatici e garantire un verde urbano efficiente, resiliente e inclusivo. Servono investimenti in educazione ambientale, progettazione partecipata e una più stretta integrazione tra enti locali, mondo scientifico e operatori del verde.
Al termine della mattinata si è tenuta una riunione gestionale di aggiornamento guidata dal Quality Manager Dr. Michelis e dal Project Leader Dr. Gennaro dell’Accademia di Agricoltura di Torino, incentrata sullo stato di avanzamento del progetto SOS Popillia, sulle urgenze operative e sulle ultime scadenze. A seguire, nel Salottino che espone la straordinaria collezione pomologica di Garnier Valletti, anticamera alle eleganti sale dell’ottocentesco Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo (sede dell’Accademia dal 1939), si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione. L’evento si è concluso nella Sala Consiglio con un pranzo a buffet in piedi, che ha favorito un’ulteriore occasione di dialogo informale e confronto tra i partecipanti italiani e francesi.
Partecipazione e collaborazione internazionale
Alla tre giorni hanno preso parte 18 persone, tra cui membri dello staff dell’Accademia, docenti e studenti della “Scuola Agraria Salesiana” di Lombriasco, della “Fondation du Bocage” di Chambéry – partner di progetto – e un docente ospite dell’IIS “B. Vittone” di Chieri.
Presentazioni dei relatori
Bosio.(SOS Popillia).(2025-05)
Cugnetto.(SOS Popillia).(2025-05).(en)
Delloste.(SOS Popillia).(2025-05)
Lacourt.(SOS Popillia).(2025-05).(fr)
Attribuzione. Ringraziamo Gilles San Martin di Namur, Belgio, per la foto del coleottero Popillia japonica rilasciata sotto licenza CC BY-SA 2.0, tramite Wikimedia Commons.